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Certificazione energetica. Uniformare le procedure per stare al passo con l?Europa

27 Maggio 2010

Il fattore del rendimento energetico é destinato a giocare un peso crescente nella valutazione del valore di un immobile. Indicazione che in futuro, come stabilito dalla recente direttiva europea sull’efficienza degli edifici (EPBD), dovrà obbligatoriamente integrare tutti gli annunci di vendita e locazione. Ma considerando che, in vista dell'applicazione della stesse direttive tramite i decreti attuativi nazionali, la trasparenza e l'univocità della situazione normativa giocheranno un ruolo cruciale nel garantire la tranquillità di operatori e acquirenti, come si configura attualmente il quadro nazionale in fatto di procedure per la certificazione degli immobili residenziali?

Se per quanto riguarda le nuove costruzioni il punto di riferimento è il DL 40/2010 che ha indirizzato verso l’utilizzo delle norme UNI TS 11300 su tutto il territorio nazionale, la questione si complica nel caso del patrimonio esistente, per effetto anche delle diversità interpretative legate al decreto stesso, nel caso si opti per un’interpretazione ristretta delle misure d’incentivo (demolizioni e ricostruzioni) o per una estesa comprensiva degli interventi di ristrutturazione. Le possibilità di certificazione energetica per il residenziale esistente prevedono al momento il ricorso a tre diverse metodologie: norma UNI TS 11300, DOCET e metodo semplificato, cui si somma l'allegato G (equiparato al metodo semplificato) del DM 26/01/10, cui i tecnici possono scegliere di avvalersi indifferentemente per gli edifici residenziali esistenti fino a 1000 mq. Un quadro metodologico ancora troppo frammentato che moltiplica la difformità dei risultati anche per effetto della tolleranza della normativa (in misura del 5%) e del ricorso a software non certificati. Va da sé che un intervento nel senso dell’uniformità si pone con urgenza in vista del recepimento delle direttive europee che fissano al 30 giugno 2014 il termine per cessare gli incentivi governativi alla costruzione o ristrutturazione al di fuori di requisiti minimi di rendimento.

Il fabbisogno energetico medio degli edifici in Italia si aggira attualmente sui 300KWh/m2 l'anno contro i 200 della Germania e i 60 della Svezia, pari al 30% dell'energia finale consumata nel Paese e al 28% delle emissioni nazionali di Co2.
Una guida completa sulle nuove norme sulla certificazione energetica degli edifici (‘Acquisto certificato. Agibilita’, sicurezza ed efficienza degli immobili’) è disponile sul sito del Consiglio nazionale del notariato e delle 12 associazioni consumatori che hanno collaborato alla pubblicazione.
 



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