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Tasse casa, +78% in otto anni

16 Luglio 2014

Le tasse sulla casa sembrano essere le imposte che più pesano sulle tasche dei cittadini e che vengono ritenute spesso anche le più ingiuste, ora arriva un rapporto di Confesercenti che non è esattamente confortante: oggi cittadini e imprese pagano quasi il doppio di otto anni fa in tasse sulla casa. Inoltre una ricerca dell'Ance conferma che le tasse sulla casa e affini hanno registrato un incremento del 200% nel triennio.

Confesercenti invece parla di un aumento del 78% dal 2005 al 2013, cioè da 28 a 52 miliardi di euro l'anno. Un salasso che tocca i cittadini e le imprese, perché le imposte sono più alte per gli immobili in categoria commerciale. E una stangata da 8,5 miliardi di euro è in arrivo su imprese e negozi per effetto del combinato Imu-Tasi. Nel 2013 il prelievo sugli immobili di imprese, artigiani e commercianti è stato di 6,9 miliardi di euro, quest'anno potrebbe toccare gli 8,5 miliardi. Non stupisce, ha detto Confesercenti, che nei primi cinque mesi del 2014 abbiano chiuso 53mila esercizi. Hanno aperto 32mila nuove attività, con un saldo negativo di oltre 20mila esercizi.

Dal gettito Ici del 2011, di circa 9 miliardi, a un prelievo di Imu e Tasi, stimato per quest'anno in circa 25 miliardi: si tratta, secondo l’Ance, di una vera e propria zavorra fiscale sulla casa. Il carico è pesante per tutte le tipologie di immobili, come emerge dall'analisi dell'Osservatorio congiunturale dell'associazione. Sulla prima casa, la Tasi non garantisce una riduzione del prelievo rispetto all'Imu, sulle seconde case sfitte è aumentato il prelievo con la reintroduzione dell'Irpef già dal 2013. Le conseguenze sono forti per la categoria, ma al di là della tassazione, la crisi del settore delle infrastrutture è rappresentata per l'Ance dalla perdita in sette anni di 58,8 miliardi di investimenti e di circa 800mila posti di lavoro nel settore dell’edilizia. Le imprese delle costruzioni, tra il 2009 e il 2012, sono diminuite del 9,1%, e quelle che hanno chiuso sono state 57mila. Nel primo trimestre del 2014, poi, i fallimenti sono saliti del 6,3% su base annua.

Secondo l'Osservatorio, ci sono risorse stanziate ma bloccate per 7,4 miliardi di cui 3,8 miliardi per la riqualificazione delle scuole, altri 1,6 miliardi contro il rischio idrogeologico e 1-2 miliardi tra opere bloccate o incompiute. Se non si attivano subito le risorse nel 2015 gli investimenti crolleranno di un ulteriore 2,4 per cento.



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